Circa un anno fa sono venuta a conoscenza di questa associazione. Interessata ai progetti proposti, ho iniziato a seguire la pagina Facebook, senza però inviare mai nessuna candidatura. A fine ottobre ho deciso di provarci e, contro ogni aspettativa, sono stata selezionata per lo Youth Exchange Erasmus+ “Multitask my Multilingualism” tenutosi a Creta, in Grecia, dal 21 al 28 Novembre.
Non ho esitato a dare conferma, pur non conoscendo le altre partecipanti e non sapendo effettivamente a cosa stessi andando incontro.
Per raggiungere Creta abbiamo dovuto effettuare due scali, prima a Roma e poi ad Atene. Arrivate finalmente a destinazione, dopo aver lasciato i bagagli, ci hanno accompagnate in un ristorante, dove abbiamo incontrato gli altri partecipanti al progetto, e che poi è diventato luogo di tutti gli incontri nel corso della settimana. L’accoglienza da parte della proprietaria del locale è stata più che calorosa, si è resa da subito molto disponibile nei confronti di tutti, facendoci sentire come a casa.
Dal giorno seguente, dopo varie attività che ci hanno permesso di conoscerci meglio, abbiamo iniziato a concentrarci sul progetto che mirava sul promuovere l’importanza dell’apprendimento e dell’insegnamento delle lingue straniere. Ognuno dei Paesi partecipanti (Grecia, Lettonia, Turchia, Portogallo, Bulgaria, Ungheria, Svezia e Italia) mostrava la propria cultura e la propria lingua, oltre che nelle piccole abitudini quotidiane, preparando presentazioni, corsi di lingua e giochi che stimolavano gli altri ad interessarsi e partecipare attivamente a quanto proposto. Ogni sera venivano, inoltre, organizzate delle serate interculturali in cui ogni Paese proponeva i propri piatti tipici. Le giornate non si limitavano solo a questo, abbiamo intervistato gente del posto chiedendo che importanza avesse per loro l’apprendimento di una lingua straniera, abbiamo realizzato video, cartelloni e un flash mob nel cuore della città. Ogni attività è stata il risultato delle idee, della collaborazione e delle differenze che caratterizzavano ognuno di noi.
Ognuna di quelle persone mi ha lasciato qualcosa di sé, una ragazzina di 17 anni ha dimostrato che la maturità non coincide con l’età anagrafica e una signora, madre di una bambina di 4 anni, che non si è mai troppo grandi per sentirsi giovani; così come spero anche io, nel mio piccolo, di aver lasciato qualcosa di me. È sempre troppo riduttivo descrivere un viaggio, ci si può limitare a raccontare quanto è accaduto ma difficilmente renderà giustizia a tutte le sensazioni provate durante e soprattutto al vuoto che lascia dentro al ritorno.
Viaggiare è il modo migliore per arricchirsi.