Ebbene si. Sembrava impossibile ma ce l’avevamo fatta. Dopo aver viaggiato tutta la notte in pullman e aver raggiunto Roma al sorgere del sole io e Paolo eravamo pronti ad incontrare le nostre compagnie di viaggio, Giorgia e Stefania, che ci avrebbero accompagnato in questa esperienza che in quell’istante cominciavo ad assaporare per davvero.
Ore 13; prendiamo il nostro primo volo insieme alla volta di Atene consapevoli che a poche ore da li c’era già un gruppo giovane ed affiatato ad attenderci. Da Atene poi voliamo per Salonicco ed ecco che all’uscita dell’aeroporto troviamo già due ragazze del gruppo rumeno che come noi, sole ed impazienti, erano alla ricerca di un bus che ci avrebbe portato alla nostra destinazione finale. Già allora sentivo un’aria diversa…sentivo di non essere più a casa, ma la cosa non mi spaventava affatto. Piuttosto sentivo di ritrovarmi in un luogo che presto sarebbe diventato la mia nuova casa e che quelle ragazze rumene, le prime del gruppo che ho potuto conoscere, per quanto sconosciute sarebbero presto entrate a far parte di questa grande famiglia che pian piano si iniziava a delineare. Preso il bus, raggiungiamo Nea Kallikratia, e quindi il nostro hotel, dove un mix di ragazzi dalle diverse nazionalità ci ha accolti festosi, pronti ad iniziare con noi questa fantastica esperienza.
Sin dal primo giorno, dalle primissime attività, non ho potuto far altro che constatare il calore, la grinta, la voglia di vita e di mettersi in gioco di un gruppo che ricercava in questo pezzetto della nostra vita un momento per tagliare il logorio della quotidianità e raccogliere quel po’ di certezze rimaste da consolidare e su cui costruire una vita migliore, felice. Di ciò che sia successo nei giorni seguenti al primo c’è davvero molto da ricordare, piuttosto difficile da scrivere in un testo, semplicemente da vivere ed emozionarsi ricordando.
Il tempo passa in maniera proporzionale al benessere delle persone. Più ti sentivi a casa, più ti sentivi amico di ogni singolo ragazzo/ragazza di quel gruppo; tra una sbronza e l’altra, un ballo insieme, un dibattito, un gioco, un bacio, perfino un’abbraccio, una foto, ti accorgevi che il tempo passava inesorabile, che quell’ultimo giorno, il giorno degli addii, che speravi non arrivasse mai, era dietro l’angolo. Purtroppo la legge temporale non ha fatto eccezione neanche questa volta… il progetto è terminato e l’unica cosa che posso ricordare dell’ultimo giorno insieme sono le lacrime trattenute a stento e l’angoscia che profonda riversava dentro di noi, dovuta alle emozioni provate per e con quella gente, quei ragazzi che come me avevano condiviso così tante esperienze da non credere di poter mai fare in una sola settimana. Ora sono a casa, sento una linfa nuova dentro di me, una nuova energia per affrontare la sacrosanta quotidianità, grazie anche ai dibattiti di alto livello sulla democrazia in Europa, e se casomai mi sentirò giù di morale mi basterà semplicemente pensare a questa fantastica settimana, a quelle fantastiche persone che da oggi chiamerò amici, e che un domani saranno sempre pronti ad ospitarmi nella loro casa, in un Paese che oggi chiamiamo Europa e che dovremmo ringraziare per offrirci tutto ciò.
ευχαριστώ EU
Fabrizio