Quando ho deciso di inoltrare domanda di partecipazione per questo progetto, non avevo assolutamente messo in conto il valore aggiunto che avrebbe apportato alle mie competenze.
Si, certo, sapevo già che queste esperienze sono un’occasione per crescere in tutti i sensi, sia professionalmente che privatamente (non era il mio primo progetto Erasmus +), ma quello che non sapevo, e a cui inconsciamente non ero pronta, era lo scatto in avanti che avrebbe avuto la mia professionalità e la consapevolezza di perseguire “la via dell’ecologia” con sempre più risolutezza.
Gestisco da anni un’azienda agrituristica multifunzionale biodinamica, quindi sono sempre stata attenta all’ ecologia, al biologico e alla tutela e alla salvaguardia dell’ambiente mirando all’eliminazione totale dell’uso di pesticidi e altri composti chimici dannosi per la produzione dei prodotti agrari, la mission dell’azienda ha quindi un cuore “ecologico” in ogni suo settore (compreso quello ricettivo-turistico e pedagogico): potrebbe sembrare dunque paradossale, ma partecipare al training RRR è stato “illuminante”.
Organizzato minuziosamente dalle responsabili (che non hanno tralasciato di toccare e/o approfondire ogni ambito dell’argomento oggetto del programma), il training si è espletato in attività che condensavano sia l’esperienzialità (come la manipolazione a fini di riciclo di vetro, plastica e altri materiali) che la accademica lezione frontale, impostata però sempre secondo le metodologie dell’apprendimento non formale.
Il gruppo quindi aveva l’opportunità di imparare concetti e acquisire nozioni in materia di riduzione, riuso e riciclo divertendosi e creando legami amicali che rappresentano l’altro obiettivo di questo genere di progetti.
Incontrare gente proveniente da più di 10 Paesi differenti, confrontarsi sui temi più disparati, scambiarsi opinioni ed esperienze sull’ecologia e su come salvaguardare l’ambiente in cui viviamo, raccontare la propria cultura di provenienza e conoscere culture differenti dalla nostra, ha reso questo progetto veramente, ma veramente priceless.
Certo non sono mancati momenti di “sconforto” soprattutto a tavola (e qui so già che i miei amici di Aiud scoppieranno a ridere) e momenti che ho vissuto davvero con stanchezza poiché le attività erano fitte e a volte estenuanti, ma quello che rimane poi tornando a casa è l’arricchimento della lista degli amici internazionali e la serie di input in campo ecologico.
Ho imparato che è fondamentale dedicare il fulcro di ogni evento all’aspetto ecologico, che bisogna comunicare al territorio le direttive e le varie metodologie del riuso, che le associazioni attive in questo settore svolgono anche (e soprattutto, direi) un ruolo sociale di inclusione che è importantissimo per la comunità in cui operano, che un comune ideale può unire, e unisce, i popoli e che piccole attenzioni possono produrre significativi cambiamenti.
Ho imparato che è importante rompere i pregiudizi e gli stereotipi e che è poi così naturale non avere barriere e riuscire a guardarsi tutti come uguali e unici al tempo stesso.
Resterà banale ma la crescita a livello personale è stata enorme.
Sembrerà superfluo ma la consapevolezza di continuare nella direzione che perseguo, a volte senza neanche accorgermene, quasi per inerzia, mel’ha data questo training: impegnarsi, divulgare e crederci. Soprattutto crederci. Perché l’ambiente lo salviamo solo se siamo uniti, perché la linfa vitale della nostra intera esistenza è la bellezza della natura che ci circonda, è l’ambiente in cui viviamo, è l’acqua che da la vita.
Preserviamoli. Tuteliamoli.
Uniamo i popoli per questo obiettivo comune e saremo tutti più sani in un mondo migliore.
Grazie Natalia, Diana, e Camelia. Siete state uniche!
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