Era il 2 marzo quando piena di entusiasmo tornai a Campobasso, città in cui studio da ormai quasi due anni, per cominciare la solita routine composta da lezioni e sessioni infernali d’esame. Proprio quel giorno ho avuto l’illusione di poter continuare a vivere la mia “normalità” ma già percepivo che qualcosa sarebbe cambiato ed infatti il giorno seguente giunse la comunicazione che l’università sarebbe rimasta chiusa fino al 9 di marzo a causa dell’emergenza Covid-19. Inizialmente decisi di rimanere a Campobasso perché credevo si trattasse di un qualcosa di temporaneo. La settimana seguente era un semplice lunedì sera, a cena con le mie coinquiline, vedemmo la diretta di Conte in cui dichiarava che ben presto tutta l’Italia sarebbe diventata zona rossa e che quindi non sarebbe più stato possibile entrare e uscire dalle diverse regioni. In quel momento ho avuto paura, paura di non poter ritornare a casa, paura di quello che sarebbe successo a causa di un maledetto virus che ha stravolto la vita di tutti noi. Inizialmente ero combattuta e non sapevo cosa fare ma poi ho deciso di tornare a casa, dai miei genitori. Il giorno dopo, il 9 marzo preparando velocemente la valigia andai via.
Così è iniziata la mia quarantena, non vi nego che per me le prime settimane sono state molto difficili… non sapevo come impiegare il mio tempo, ero demotivata, annoiata e soprattuto pessimista.
Un giorno però ho deciso di prendere in mano la situazione e crearmi una sorta di “routine da quarantena”. Posso dirvi che ho iniziato a trascorrere le mie giornate seguendo i corsi online, mi allenandomi a casa, riscoprendo la bellezza di leggere uno di quei libri che tieni lì nella libreria ma che molte volte a causa delle mancanza di tempo non lo si legge, sperimentando nuovi piatti ma cosa più importante ho appreso a fare un’azione che per molti potrà sembrare banale ma per me non lo è: PENSARE.
Mi fermo a pensare, penso a quanto questa quarantena mi abbia aiutato ad apprezzare ogni singolo momento, gesto e che il tempo è prezioso ed io non voglio assolutamente sprecarlo. È vero mi manca la mia normalità, l’abbraccio di un’amica quando sono giù, una serata di follie, andare a mangiare una pizza, prendere il caffè nel bar preferito, abbracciare mia nonna, la domenica… si la domenica che non è più la stessa perché i giorni mi sembrano tutti uguali. So che però tutto questo tornerà e sarà ancora più bello e speciale.
Non vedo l’ora di riabbracciare le persone a cui tengo ma soprattuto non vedo l’ora di tornare a viaggiare. In questo periodo vi confesso che sarei dovuta tornare nel posto del mio cuore (Cordoba, Andalusia) in cui si sarebbe celebrata la Feria, una grande festa molto sentita dagli abitanti della città. Qui ho avuto la possibilità di fare una delle esperienze più belle della mia vita, l’Erasmus. Sono dispiaciuta di non poterci ritornare ma al tempo stesso so che tornerò, che torneremo tutti a scoprire il mondo.
Dai ragazzi, vediamo l’aspetto positivo di questa quarantena… ne usciremo tutti in qualche modo cambiati e saremo in grado di assaporare ogni singolo secondo della nostra vita.
Saremo in grado di VIVERE, vivere per davvero.