Questa esperienza in Turchia é stata unica.
Il Training Course “ICT Tools for Youth Workers” si é svolto a Tatvan, un distretto che fa parte della provincia di Bitlis a sud-est della Turchia vicino il confine con Iran e Iraq. Per me é stata la prima volta che sono uscita dall’ Unione Europea, e il mio passaporto immacolato é stato timbrato per la prima volta. Sono fierissima di essere stata in Turchia e soprattutto nella zona dei curdi, un popolo meraviglioso territorialmente frammentato, ma ricco di umanità. Il primo impatto non é stato semplice, anzi al contrario ho avuto difficoltà ad accettare una realtà così diversa dalla mia. Ho visto donne con il burqa totale nero (detto Niqab) sull’aereo e già mi sono stranita, poi ho visto tanti tanti tanti uomini, al che mi sono chiesta: ma le donne dove sono? Mi é stato risposto che a loro piace stare in casa. Casa, ecco un concetto un po’ diverso da quello che sono abituata a vivere, lì si vive anche in case che cadono fisicamente a pezzi.
Poi la neve, ovunque, ammassi di neve da scanzare che ricoprono strade e marciapiedi.
Durante le ore scolastiche per le strade è normale incontrare dei bambini, al ch’è mi sono chiesta: perché? Perché sono siriani e non vanno a scuola, mi hanno detto.
Entrando nei negozi, nei ristoranti e in alcuni edifici pubblici siamo sempre stati accolti con affetto, ma la barriera linguistica si é fatta subito strada, al che ho chiesto: perché non parlano inglese? Perché non gli serve, qui imparano l’arabo. In realtà l’inglese lo studiano, ma non lo applicano, quindi lo perdono facilmente.
Tatvan é un paese in cui il turismo é assente, solo in estate si ripopola grazie alla bellezza del Lago di Van, che é il lago più grande della Turchia!
Al centro del lago c’è una piccola isola che si chiama Isola di Akdamar su cui si trova un’antichissima chiesa armena, patrimonio dell’UNESCO, risalente al 900 d.C, nota come Chiesa di Akdamar.
Attualmente non é usata come chiesa perché le autorità turche ne hanno impedito l’uso come luogo di culto, infatti non é presente la croce sulla cupola, proprio come per Santa Sofia. Entrambe sono dei musei.
Durante il progetto é stato molto interessante incontrare il sindaco, il capo del distretto e il presidente delle finanze perché così abbiamo potuto porre i nostri quesiti e avere delle risposte direttamente da chi governa il distretto, anche se per alcune ci voleva un libro intero per capire davvero la vita dei curdi dato che la realtà che abbiamo vissuto durante il nostro soggiorno é frutto di migliaia di anni di storia.
Il progetto in generale é stato molto positivo e ricco di coesione tra i partecipanti, che ha reso il soggiorno a Tatvan molto allegro. Questa possibilità che ci dà l’Europa di condividere del tempo mettendo a frutto l’educazione non formale e come questa possa arricchire così tanto la nostra personalità, il nostro modo di pensare e di approcciarci al mondo é a dir poco incredibile!
Spero che questo racconto possa aiutare a comprendere un po’ di più la realtà curda.