Ancora non sanno delle avventure che le aspettano, dei fili rossi che intrecciandosi collegano quel mattino ai mattini che seguiranno, delle persone che silenziosamente entreranno a far parte delle loro vite per restare, occupando un pezzettino di cuore e lasciando una traccia luminosa nella memoria di quel viaggio. Qualche ora dopo i compagni di viaggio sono diventati sei e le ore che li separano dalla loro meta diminuiscono sempre più: il tempo si dilata e poi si restringe e li lascia curiosi e impazienti di scoprire la città che per dieci giorni sarà la loro casa e che impareranno a conoscere e a capire. Atene è bianca, pallida nella luce di un tramonto che si sparge sulle case e sugli edifici abbandonati, così grande e strana da perdersi e ritrovarsi davanti a un bicchiere di ούζο, a conoscersi e riconoscersi e a immaginare sorrisi, abbracci e momenti dai contorni ancora sfumati.
L’indomani, l’arrivo all’hotel è rumoroso e colorato: tra una sigaretta e un caffè la mattinata scorre veloce e se sono diversi i colori delle mani che si stringono e degli occhi che si studiano, si assomigliano tutti i sorrisi ancora timidi e curiosi. I primi giorni scorrono tranquilli, tra presentazioni, prove di inglese e piccole attenzioni, mentre il gruppo dei partecipanti si forma e si conforma a un’idea di famiglia che cresce di pausa caffè in pausa caffè e impara ogni giorno di più a rispettarsi, ascoltarsi e volersi bene. Quando i nomi diventano familiari e i visi parte di una quotidianità che sembra non essere mai stata diversa, il cuore si adagia e la mente si mette in moto e lo conduce verso una reale e sentita condivisione delle idee. Ognuno si espone e si esprime, regalando un pezzetto di sé a chi ascolta, mettendosi in discussione e mettendo da parte l’orgoglio e la sicurezza della ragione per lasciare spazio alla bellezza dell’incertezza e alla possibilità dell’errore. Abbandonata la presunzione della verità, non resta che ascoltare e, attraverso il filtro dello spirito critico, lasciarsi cambiare dalle parole e dalle idee di chi quelle parole e quelle idee le ha scelte in mezzo a mille altre per interpretare il proprio mondo e dare una voce, anche incerta, al proprio modo di sentire.
La libertà è essere ascoltati, potersi confrontare e cambiare idea, ed esporre la propria senza paura che a un passo falso della mente corrisponda una punizione per il cuore, ma con la consapevolezza che una e l’altro debbano potersi esprimere liberamente e lasciarsi indietro la paura del giudizio e dell’errore.